Indice
In questa guida spieghiamo come tagliare le bottiglie di vetro e le damigiane e riutilizzarle per creare oggetti di vario tipo.
Attrezzi e materiali necessari
Il tagliavetro. Per incidere, quindi tagliare, qualunque tipo di vetro già formato, è necessario disporre di una punta di diamante. In commercio esiste l’attrezzo già predisposto (v. fig. 2).
Il normale tagliavetro è fornito di una rotellina a più diamanti, consumato il primo si passa al successivo agendo sulla vite di bloccaggio. Ogni punta ha lunga durata ed incide ancora bene dopo molti tagli. Il solo tagliavetro non è sufficiente per operare su superfici non piane. Per esempio per tagliare una bottiglia bisogna disporre di un meccanismo, seppur semplice, che serva da guida perché l’incisione avvenga nella posizione voluta e con un buon grado di precisione. Un modo per ottenere un tagliabottiglie da un tagliavetro è quello di montarlo su apposite barrette metalliche, che è possibile comprare in negozi specializzati, o fabbricare da soli in varie misure, seguendo lo schema indicato. Un altro sistema, utile soprattutto per vetri di grande dimensione o comunque ad imboccatura larga, è quello di collegare il tagliavetro al tappo della bottiglia o damigiana. con un cavetto di materiale non elastico come il nailon e l’acciaio. (v. fig. 3).
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La carta abrasiva. Per la prima sgrossatura del bordo che risulta dal taglio è necessario usare carta abrasiva a grana molto grossa, mentre per la finitura bisognerà disporre di carta abrasiva a grana fine.
Colla per vetro. Tutte le grandi case produttrici di colle hanno ottimi prodotti specifici per la saldatura di vetro con vetro, vetro con metallo, ecc. Si tratta di collanti speciali in genere a due componenti il cui modo di impiego è illustrato nella confezione stessa.
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I colori e i pennelli. Tutti i buoni colorifici vendono colori speciali per vetro in ampie gamme di tinte e pennelli piccoli e grandi, oltre naturalmente al relativo solvente.
Lavorazione di bottiglie, fiaschi, damigiane, ecc.
Taglio, rifinitura e decorazione
L’esempio che viene descritto in tutti i particolari di lavorazione è di carattere generale. Può applicarsi a qualsiasi tipo di bottiglia o fiasco ad imboccatura normale. Più avanti verranno esaminati i tipi di vetri, il loro colore e forma per dare un’indicazione più precisa circa il miglior utilizzo: bicchieri da vino, bibita, ecc., portafiori, coppette ed altro. Innanzi tutto è bene sgomberare il tavolo di lavoro da tutti gli oggetti che non servono e proteggerlo con un telo di plastica per evitare che le schegge o la polvere di vetro lo danneggino. Sul tavolo si dispongono il tagliabottiglie da montare, una candela, un cacciavite e una pinza, la bottiglia o il fiasco, lavato a fondo, asportando tutte le etichette e le tracce di colla. A fianco, ma ben vicino, il secchio dell’acqua fredda. Montaggio del tagliabottiglie. I pezzi che compongono l’attrezzo sono: un tagliavetro, cinque elementi di ferro opportunamente sagomati e forati, quattro bulloni con relativi galletti (v. fig. 4).
Collegare l’elemento A con B per mezzo delle due barrette C, due bulloni e relativi galletti. I punti di contatto sono a2 e b1. I due elementi A e B devono essere perpendicolari fra di loro (v. fig. 5).
Applicare il tagliavetro inserendo un bullone nella tacca E facendolo poi passare nel foro b2, bloccare col galletto in modo che il taglia-vetro risulti perpendicolare all’ala b4. Infine collegare D con l’ala b4 con bullone e galletto nei fori dl e b3 (v. fig. 6).
Tutti i galletti, tranne quello che blocca il tagliavetro, devono essere lasciati laschi, per poter registrare il tagliabottiglie sulla bottiglia stessa. La registrazione si effettua così: appoggiare il disco al sulla imboccatura della bottiglia e mettere a punto le lunghezze a2 e bl in modo da poter praticare l’incisione all’altezza desiderata, quindi bloccare i galletti relativi. Fissare la barra D tenendo presente che la punta di diamante lavora in modo ottimale quando è perpendicolare alla superficie da incidere (v. fig. 7).
Tutto è pronto per iniziare il taglio vero e proprio; prima è opportuno però accendere la candela che servirà a scaldare immediatamente la parte incisa. Posizionato l’attrezzo sulla bottiglia, lo si tiene fermo con la mano destra esercitando una certa pressione. con la sinistra si fa ruotare la bottiglia sino a compiere il giro completo senza sovrapposizione. Tenere presente che per una buona incisione non è necessario premere molto, bensì in modo costante. Naturalmente la prima volta che si esegue l’operazione i risultati potranno essere imperfetti, ma non è difficile « farci la mano » (v. fig. 8).
Immediatamente scaldare la linea di incisione alla fiamma della candela tenendo la bottiglia orizzontale e facendola ruotare velocemente (v. fig. 9).
Immergere la bottiglia nell’acqua fredda come indicato nel disegno. Tenere presente che le ultime due operazioni devono svolgersi velocemente. Il vetro si dividerà in due parti col caratteristico « tac » (v. fig. 10).
Può darsi che il taglio non sia perfetto, ma le piccole creste che sporgono dal bordo si asportano usando l’apposita tacca del tagliavetro. L’operazione fondamentale è eseguita; si dispone ora di due pezzi che devono essere rifiniti. La sgrossatura dei bordi viene fatta in piano sulla carta abrasiva a grana grossa esercitando col vetro un movimento rotatorio. Il lavoro è facilitato bagnando abbondantemente, tuttavia per ottenere un bordo non tagliente e regolare, l’operazione deve durare almeno una decina di minuti. La finitura vera e propria che smussa lo spessore e dà al vetro una leggera molatura si fa con carta abrasiva a grana fine bagnata di acqua; tenendola ripiegta tra le mani, si passa ripetutamente fino a ottenere un buon risultato (v. fig. 11).
Quando viene utilizzata solo una parte della bottiglia è chiaro che il lavoro di sgrossatura e finitura deve essere fatto unicamente sul pezzo che interessa, altrimenti su entrambi. Gli esempi di oggetti che si possono ottenere sono riportati da pag. 22 in avanti. Qui vengono date le indicazioni tecniche per la formazione di oggetti composti dalle due parti della bottiglia. Ad esempio per fare un bicchiere con gambo, basta asciugare accuratamente i due pezzi, spalmare il collante seguendo le istruzioni indicate nella confezione, cercando di non sbavare, sistemare l’oggetto in un posto dove possa stare fermo fino alla presa completa della colla (v. fig. 12).
Il sistema fin qui indicato si adatta benissimo al taglio di bottiglie, fiaschi, vasetti, che abbiano l’imboccatura di diametro inferiore a quello del disco del tagliabottiglie. Per lavorare su vetri più grandi con imboccatura larga bisogna seguire un procedimento che si diversifica dal precedente nell’attrezzo utilizzato per l’incisione; le altre operazioni rimangono quelle descritte. Si tratta di trasformare vasetti, bottiglioni, damigianette, in oggetti di vario uso come ad esempio portacandele, ciotole, centro tavola. Più avanti saranno esaminati i tipi di vetri, il loro colore e forma, per dare una indicazione più precisa circa il loro utilizzo. Sul piano del tavolo predisporre il tagliavetro da montare, il cavetto, una vite da legno, un dado, il cacciavite, un coltello da refilo, un nastro adesivo, tre candele allineate e distanziate tra di loro di circa 7 cm., un po’ di stucco da vetri, la damigianetta, il suo turacciolo, una bacinella di acqua fredda di dimensioni da poter contenere il collo della damigiana oltre la linea di incisione.
Preparazione del tagliavetro. Inserire nel centro del turacciolo una vite da legno a gambo lungo in modo che risulti ben fissata, sulla quale sarà stato precedentemente bloccato un dado. Tra il dado e la testa della vite legare il cavetto formando un anello che abbia la possibilità di ruotare intorno alla vite stessa. Fissare provvisoriamente il taglia-vetro all’altra estremità del cavo (v. fig. 13).
Preparare la damigiana liberandola dall’impagliatura. Se questa è in buono stato è un peccato buttarla via, bisogna recuperarla. Fissare la paglia con un nastro adesivo all’altezza del diametro massimo, tagliarla seguendo il nastro con il coltello da refilo, o semplicemente con una lametta da rasoio.
Una volta liberato, il vetro dovrà essere ben pulito e asciugato. Pu darsi che non stia in equilibrio perché a fondo curvo, si fissa allora con dei blocchetti di stucco o materiale similare. t il momento di procedere al taglio vero e proprio: infilare a fondo nel collo del vetro il turacciolo predisposto col tagliavetro, regolando la lunghezza del cavetto secondo la posizione di incisione desiderata e bloccare saldamente il tagliavetro. Si tratta ora di eseguire l’operazione più delicata perché è necessario avere la mano ben ferma. Bisogna far scorrere il tagliavetro lungo la circonferenza di incisione tenendolo perpendicolare alla superficie con costanza di pressione e di tensione del cavetto così da iniziare e terminare nello stesso punto. Se l’operazione risultasse difficile ci si può aiutare segnando sul vetro una linea di riferimento con le apposite matite da vetro. Questo accorgimento dovrebbe essere sufficiente per arrivare ad un buon risultato (v. fig. 15).
Procedere, come nel caso precedente del taglio della bottiglia, al distacco delle due parti di vetro ed alla sgrossatura e finitura dei bordi.
Per fare dei bicchieri
Gran parte delle bottiglie sono tonde e si diversificano tra di loro per la linea più o meno slanciata, per il tipo di superficie del vetro, liscia, granulosa, ecc., per le dimensioni, per il colore che varia dai toni scuri del verde e marrone fino al quasi incolore, ma tutte vanno bene per fare bicchieri per usi diversi.
Da bottiglie a vetro liscio, si possono ottenere: bicchieri da acqua ricavati da bottiglie da vino a diametro grande, di vetro verde o incolore;
bicchieri da bibita, da bottiglie alte e strette di colore marrone; accoppiando un bicchiere con un collo di bottiglia si ha un bicchiere con gambo;
bicchieri da cocktail, da bottiglie alte e strette di colore marrone, accoppiando ancora un bicchiere con un collo;
bicchieri da birra, come sopra oppure incollando a un bicchiere un manico ricavato da una bottiglia marrone da whisky a sezione rettangolare: si tratta di tagliare una “fetta” di vetro alta circa 2 cm. Per ottenerla si fanno le due incisioni, poi si scalda alla candela, si mette nell’acqua e si completano le successive operazioni (v. fig. 16).
Da bottiglie di vetro con superficie lavorata si possono ottenere bicchieri da vino bianco, aperitivo, cognac; bicchieri a gambo si ottengono accoppiando un bicchiere con il collo della stessa bottiglia o di una bottiglia di vetro liscio, alto o basso, colorato o trasparente, ricavato da una bottiglia a sezione cilindrica, come ad esempio quelle delle salse (v. fig. 17).
Per l’uso di bottiglie da medicinali e cosmesi, data la grande varietà di forme e colori è impossibile dare una casistica di forme e usi, ma solo qualche suggerimento, lasciando alla fantasia ed alla creatività di ciascuno la libertà di inventare utilizzazioni e forme diverse. Per esempio da bottigliette cilindriche di vetro trasparente con diametro di circa 3-4 cm. nascono facilmente bicchierini da vodka, da liquori dolci, porto, ecc. (v. fig. 18).
Per fare oggetti per la tavola
Con i sistemi di lavorazione descritti, è possibile costruire molti accessori per apparecchiare la tavola. Bisogna fare la ricerca del giusto vetro per ottenere la giusta forma dell’oggetto. Ne vengono descritti alcuni.
Portasale e portapepe sono ricavati da bottigliette di piccolo diametro (v. fig. 19).
Coppette per macedonia, salatini, olive, noccioline, gelato, ecc., sono ricavati da fondi di bottiglioni, o comunque da bottiglie di diametro piuttosto grande (v. fig. 20).
Possono essere semplici o incollate al collo della bottiglia alto pochi centimetri, a cilindretti di vetro colorato o trasparente di sezione e altezza proporzionata. ll disegno indica la sezione di una bottiglia o bottiglione con il fondo rientrato che permetterà di disporre dei cubetti di ghiaccio al di sotto di fragole, lamponi, ecc.
Contenitori per acciughe sott’olio (v. fig. 21). Sono ricavati da bottiglie di whisky od altro a sezione rettangolare o quadrata.
Portagrissini (v. fig. 22). Ricavati da bottiglie alte di ogni sezione. Porta frutta e insalatiere.
Contenitori per formaggini sott’olio (v. fig. 23). Si ottengono da bottiglie di sezione quadrata o rettangolare, tipo gin, con l’applicazione di manici ottenuti da bottiglie a sezione rotonda o rettangolare.
Portastuzzicadenti: si usano bottigliette da profumo, cosmesi in genere di piccola sezione, 3 cm. circa di diametro.
Oggetti vari per il soggiorno
Vasi per fiori, rami freschi o essiccati, composizioni decorative (v. fig. 24). Si ricavano da bottiglie e bottiglioni, tagliando dei cilindri di altezza a piacere ed incollandoli fondo contro fondo; l’accoppiamento può essere fatto con cilindri della stessa altezza e colorazione, oppure usando altezze diverse, così come colori diversi.
Portacenere e ciotole varie per cioccolatini, caramelle, ecc.: qualunque bottiglia o fiasco va bene, è sufficiente che non siano troppo piccoli.
Grandi coppe per frutta, insalata, centro tavola (v. fig. 25). Si ottengono tagliando piccole damigiane a fondo piano o curvo; nel primo caso possono essere usate così come risultano dal taglio e finitura, nel secondo caso dovranno essere accoppiate al collo della damigiana stessa o di un bottiglione a guisa di piedestallo; i due elementi possono essere di colore uguale o diverso.
Portacandele (v. fig. 26). Si ricavano da fiaschi tagliati sul diametro massimo, usando la parte superiore; la candela deve essere infilata nell’imboccatura e la pancia servirà a trattenere le gocce di cera. Una forma diversa si ottiene usando la parte inferiore del fiasco accoppiata ad un collo di bottiglia incollato all’interno; nello stendere la colla fare attenzione che questa ricopra bene tutto il bordo perché una volta applicata non rimangano interstizi con la coppa e quindi non entri polvere od altro, che sarebbe impossibile rimuovere. Possono servire anche piccole damigiane a fondo piatto nelle quali inserire colli di bottiglia, cilindretti di vetro ottenuti da contenitori di prodotti farmaceutici o profumi, formando un insieme di tante candele di diametri ed altezze diversi.
Decorazione
I vetri si possono decorare con facilità perché oggi sono disponibili in commercio colori che non hanno bisogno di preparazioni speciali o cottura. Ecco quali accorgimenti adottare per una buona riuscita del lavoro dal punto di vista tecnico. Pulire a fondo con alcool la superficie da dipingere; ogni traccia di polvere o grasso può compromettere l’aggrappaggio del colore che si potrebbe staccare dal vetro in breve tempo. l colori in commercio sono di due tipi: da stendere col pennello o in confezione spray. Nel primo caso adoperare pennelli ben puliti, a punta grossa per le campiture, a punta sottile per le decorazioni minute e i ritocchi. t opportuno avere sempre a portata di mano il diluente e uno straccio; non lasciare mai seccare il colore sul pennello, sarebbe da buttar via.
Disegnare sul vetro, con le apposite matite, i contorni del soggetto voluto, quindi riempire di colore. Risulta essere possibile stendere un fondo e su questo fare una decorazione con tonalità diverse. Quando si usano colori spray, è necessario proteggere le zone di vetro che non si vogliono dipingere con delle mascherine. Per una decorazione a righe è facile applicare strisce di nastro adesivo (v. fig. 27).
Per disegni diversi, usare un foglio di carta adesiva, sul quale si disegna il soggetto da riprodurre, si incide lungo il perimetro del disegno e si asporta il disegno stesso, ottenendo una mascherina in negativo che si applicherà sull’oggetto da spruzzare. Le mascherine devono essere rimosse a colore perfettamente asciutto. I tempi di essiccazione sono indicati nelle confezioni (v. figg. 28 e 29).
Riutilizzo delle impagliature dei fiaschi e delle damigiane
In precedenza è stato detto come togliere le impagliature senza danneggiarle. Si tratta di trasformarle in cesti e cestelli. La paglia è trattenuta all’esterno con nastro adesivo. Si spalma l’interno con un buon strato di colla tipo vinavil, che una volta asciutta risulterà trasparente. Per fissare la paglia all’esterno bisognerà disporre di un rotolino di corda ritorta; si incomincia a fare un primo anello attorno all’impagliatura appena al di sotto del nastro adesivo, con la corda ben impregnata di colla; si lascia asciugare e poi si toglie il nastro. Si continua fino al bordo. Con un ago a cruna grossa e con il cordino si fa un ulteriore avvolgimento come indicato nel disegno. Risulta essere possibile fare anche maniglie o cinghie. Si prepara una treccia di corda grossa e la si fissa con dei punti al bordo del cesto.