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Infinite sono le possibilità offerte dalla lavorazione del legno. Può servire, ad esempio, per fare riparazioni urgenti, per adattare vecchi mobili, per farne di nuovi. Conoscete già bene il legno? Come comprarlo, come lavorarlo, quali gli strumenti indispensabili per ottenere buoni risultati? Come eseguire le rifiniture con il legno e come trattarlo? Sono tutti problemi che ora esamineremo in modo che il legno diventi per voi un materiale familiare.
STRUTTURA DEL LEGNO
Se si osserva un albero segato nel senso della circonferenza, si vedono varie zone concentriche di colore differente. All’esterno vi è la corteccia o pelle dell’albero, che non è possibile lavorare. Quindi viene l’alburno, lo strato di formazione piú recente: poiché non è molto solido, non si usa in falegnameria. Seguono gli strati degli anni precedenti, che costituiscono la parte migliore dell’albero. Infine, al centro, il cuore, piú denso e più fragile, quindi difficile da lavorare (fig. 197).
Il legno è costituito da lunghe cellule che, come canali, fanno salire la linfa dalle radici alle foglie. In primavera e in estate e, dopo un periodo di riposo, in autunno e in inverno, si forma il legno: il legno della primavera è tenero, quello dell’autunno e dell’inverno è piú duro. Con una certa pratica, si può calcolare l’età di un albero dal numero degli strati concentrici: due all’anno.
Quando l’albero comincia a invecchiare, la linfa non riesce a giungere al centro; perciò questa parte, il cuore, diventa molto dura e serve solamente a mantenere eretto l’albero.
I VARI TIPI DI LEGNO
Legno massiccio
Si trova nelle segherie o nei magazzini di materiali da costruzioni. Secondo la regione, varieranno le qualità locali. Elenchiamo ora le piú comuni:
Il pino è un legno resinoso di cui esistono piú di ottanta specie. Ha legno chiaro con venature; essiccato, i suoi nodi si staccano con facilità. Risulta essere un legno facile da lavorare perché è tenero; può essere usato per intelaiature e lavori di falegnameria. li suo prezzo è uno dei piú bassi. Il faggio, dalla scorza liscia e grigia, si trova in tutte le zone umide e temperate. Viene usato per parquet e piccoli lavori di falegnameria. Ha grana fine, è resistente e si lavora con facilità. Il prezzo non è molto alto.
L’abete non è un legno resinoso, è tenero e leggero. Si lavora con facilità, ma à volte le sue fibre si lacerano durante la segatura. Si usa per parquet, intelaiature leggere e mobili; prezzo non molto alto. Il castagno è un legno resistente anche alle intemperie; ha grana media. Si lavora con facilità e può essere usato per tutti i lavori di falegnameria da interno e da esterno, parquet ecc. Il prezzo è piú elevato del pino e dell’abete, ma inferiore a quello della quercia.
La quercia ha grana grossa; si trova nei tipi medio duro e duro. Poco flessibile, è resistentissima. Si lavora con maggiore difficoltà dell’abete, ma è molto piú resistente e presenta un aspetto particolarmente piacevole. Si usa per falegnameria da interni e esterni, come pure per parquet. Nelle costruzioni serve per le strutture portanti.
Il frassino, la betulla, il pioppo hanno legni poco resistenti.
Il legno ricostruito
Lavorare il legno tagliato in assi piuttosto strette richiede una certa abilità. Risulta essere infatti necessario unire le varie assi per ottenere mobili di una certa larghezza. E ciò richiede strumenti particolari, un lavoro piú complesso e quasi professionale per ottenere i vari tipi di incastri necessari. Risulta essere molto facile lavorare il legno ricostruito, che è in commercio in pannelli molto larghi e di vario spessore, a seconda dell’uso che se ne vuole fare, e con caratteristiche specifiche per l’interno o l’esterno.
Il legno ricostruito si presenta sotto varie forme:
—gli impiallacciati, che comprendono i compensati e i ricoperti di piallacci;
—i pannelli di agglomerati;
—i pannelli di fibre, duri o morbidi.
I multistrati o compensati (fig. 198)
Sono costituiti da sottili fogli di legno posati uno sull’altro e incollati tra loro. Questi fogli sono sempre in numero dispari e disposti in modo che il verso delle fibre di ogni piallaccio è perpendicolare a quello sottostante. Ogni piallaccio ha lo stesso spessore (3, 4, 6, 7, 10, 12, 15, 18 mm).
A seconda del metodo impiegato per la fabbricazione e della qualità della colla usata, si possono utilizzare per falegnameria da interni o da esterni.
I listellari (fig. 199)
Sono composti da listelli di legno a sezione uguale incollati tra loro e quindi incollati tra due o piú piallarci con il verso delle fibre disposto in senso contrario a quello dei listelli. Lo spessore varia da 15 a 30 mm.
Il listellare si deforma meno del compensato, ma ha il taglio di costa meno bello. Se acquistate una certa quantità di pannelli di compensato o di listellare, posateli per terra in senso orizzontale oppure, in mancanza di spazio, teneteli verticali, senza però appoggiarvi niente sopra.
Pannelli agglomerati o truciolari
Sono composti da ritagli e scarti di legno tenero incollati insieme a forte pressione. Se ne trovano di vario spessore, da 4 a 30 mm. E un materiale molto richiesto per tutti quei lavori che ognuno può fare da sé, visto anche il prezzo sensibilmente piú basso rispetto agli impiallacciati, ma la lavorazione presenta maggiora difficoltà. A seconda della colla usata per le particelle, si trovano pannelli specifici per l’interno o l’esterno. Certi truciolari vengono anche impiallacciati di legno pregiato, cosa che può risolvere il problema del rivestimento se vengono destinati alla costruzione di mobili.
Pannelli di fibre
Vengono ottenuti mescolando meccanicamente colla e fibre di legno o altre fibre vegetali; a seconda del collante usato, danno pannelli del tipo duro o morbido.
Pannelli duri
Sono costituiti da fibre di legno sottoposte ad altissima pressione; si possono utilizzare per fare doppie pareti, tramezzi e si possono lavorare come il legno, incollandoli o inchiodandoli. Ne esistono diversi tipi: laccati, usabili per elementi della cucina o del bagno; forati a distanza regolare, da usarsi su un’intelaiatura, per nascondere un muro umido e permettere l’aerazione, per conservare utensili e strumenti vari ecc.; rivestiti di plastica di vari colori, anch’essi utilizzabili per mobili da cucina o da bagno.
Stratificati: le due facce sono rivestite da uno strato di resina sintetica stratificata; utilizzabili per mobili da cucina.
Laminati: composti da strati di cellulosa imbevuta di resina indurita a forte temperatura. Sono ottimi per rivestire mobili da cucina e piani di lavoro.
Pannelli porosi
Vengono usati come isolanti e come rivestimenti per pareti.
Dove comprare il legno
I magazzini specializzati nella vendita a dettaglio del legno offrono un’ampia scelta di pannelli, impiallacciati e trucio-
lari, con la possibilità di tagliarli secondo le misure desiderate; vi si possono trovare tavole di tutte le misure, modanature, rivestimenti, assi e anche prodotti per rifiniture.
Nei centri di bricolage si può trovare, oltre a tutto ciò che si trova nei magazzini di vendita al minuto, ogni tipo di strumento e prodotto, vernici ecc. che servono per il legno.
I grandi magazzini offrono, forse, una minore quantità di prodotti rispetto ai centri di bricolage, ma vi si trovano comunque numerosi prodotti utili alla lavorazione e alle rifiniture.
E vi sono poi i magazzini di materiali da costruzione, dove si possono trovare tronchi di legni locali e esotici già squadrati, assi, assicelle, tavole, pannelli di compensato, truciolare ecc. Di solito però non è possibile farsi tagliare i pannelli secondo le misure desiderate, perché la clientela abituale di questi depositi è costituita da impresari edili o comunque da gente del mestiere. Se comperate legno non piallato e non squadrato potrete però risparmiare parecchio.
Come acquistare il legno
Questo problema si pone soprattutto per il legno massiccio, perché i pannelli in genere portano un marchio che indica di che tipo sono.
Per usi immediati non acquistate legno non stagionato: c’è il rischio che si ritiri o si imbarchi. E meglio comperare legno asciugato alla stufa; se avete il tempo di far asciugare il legno ancora umido, posatelo sul pavimento del locale dove avete intenzione di utilizzarlo e lasciatelo asciugare per qualche settimana.
Non comperate assi di legno con troppi nodi, oppure screpolate o imbarcate (è molto difficile raddrizzarle senza gli strumenti adatti). Una fessura sul bordo o piccoli nodi non sono difetti gravi; in ogni caso evitate di utilizzare queste parti.
Gli strumenti indispensabili per la lavorazione del legno
Se non possedete un bancone, potete sostituirlo con due cavalletti e un’asse abbastanza solida. Se non avete un bar-letto o una pressa da legno, spesso incorporati al pancone, cercate di avere comunque una buona quantità di morse metalliche con cui tenere uniti gli elementi di un’incollatura o di una giuntura. Due martelli (fig. 200), di cui uno da muratore, con la penna aperta per togliere i chiodi; l’altro, piú leggero, per i lavori piú delicati.
Una tenaglia per strappare i chiodi.
Una sega a mano o saracco (fig. 201), con la lama in acciaio, di forma triangolare, munita di una solida impugnatura. Compratela di marca e imparate a affilarla voi stessi con una lima dolce a sezione triangolare; dovrete anche allicciare, o stradare, con regolarità i denti della sega. L’operazione consiste nel piegare alternativamente i denti da una parte e dall’altra del piano della lama. Se la «strada» si restringe, la lama non ha spazio per muoversi liberamente nel legno, si surriscalda e si blocca. Esiste un attrezzo speciale, la licciarola, che permette di dare la strada alla sega. Si tratta solo di imprimere un giusto movimento di rotazione alla mano.
Un segaccio con costola (fig. 202), ugualmente indispensabile: serve a fare gli intagli per gli incastri; grazie alla costola rinforzata lo strumento non devierà dalla traccia.
Una buona pialla (fig. 203): sceglietela piuttosto grossa, cosí da poter lavorare piú in fretta e con maggiore regolarità. Dovrà avere una comoda impugnatura e una vite che, aprendo e chiudendo il ferro, permetta di regolare l’angolo di lavoro. Dovrete imparare anche ad affilare la lama della pialla. Questo lavoro si svolge in tre tempi: l’arrotatura dal lato della bietta si effettua su una piccola mola; l’eliminazione del filo morto e la nuova affilatura si fanno su una pietra ad olio, naturale o artificiale.
Scalpelli da legno (fig. 204), indispensabili per intagliare il legno, per incastri, cerniere ecc. Dovrete averne almeno tre, larghi 6, 12 e 20 mm. L’arrotamento e l’affilatura degli scalpelli si effettuano nel medesimo modo della pialla. Sono disponibili anche scalpelli elettrici.
Le sgorbie (fig. 205) sono scalpelli da legno a lama ricurva. Si usano soprattutto per scolpire. Per l’affilatura occorrono varie pietre cilindriche.
Cacciaviti: un buon cacciavite da falegname e uno a croce saranno sufficienti. La punta del cacciavite non dev’essere tagliente ma ben squadrata: bisogna molarla di tanto in tanto.
Una menarola (fig. 206), per forare rapidamente e senza fatica. Dovrete imparare ad affilarne le punte seguendone la curva interna con una lima a ago a grana fine.
Un trapano a mano (fig. 207), per forare in punti difficilmente accessibili.
Un truschino, una squadra, una matita (fig. 208), per tracciare sul legno disegni e modelli.
La scelta degli strumenti elettrici dipende dalla frequenza con cui intendete dedicarvi a questi lavori e dalla loro mole e importanza. Potete scegliere tra il piccolo trapano elettrico al quale potete adattare accessori leggeri, il blocco motore per prestazioni semiprofessionali e infine il macchinario integrale col quale otterrete risultati da autentico professionista. Prima di ogni acquisto di materiale elettrico abbiate ben chiari la natura e l’importanza del lavoro; non comperate materiale troppo leggero: rischiereste di pentirvene presto.
La giuntura dei pezzi
Qualunque sia il lavoro che dovete realizzare in falegnameria, ci sarà necessariamente bisogno di unire insieme i vari elementi. Questo tipo di lavoro si differenzierà secondo la vostra abilità, gli strumenti di cui disponete, il legno su cui lavorate e il tipo di oggetto che volete realizzare.
Prima di tutto non cominciate nessuna commettitura senza un piano ben preciso di tutti gli elementi del pezzo. Se in fase di progettazione avete calcolato male le dimensioni dell’oggetto, costruite un modellino di cartone o di balsa (legno molto leggero) e verificate se le proporzioni corrispondono a quelle dell’oggetto da realizzare.
Se si tratta di un mobile da appoggiare a una parete, verificate, prima di tutto, che sia perfettamente piano e a piombo per mezzo di una livella a bolla e di un filo a piombo.
Le tracce guida sul legno vanno fatte con molta accuratezza, servendosi di una matita dura o di una punta tracciante. Per tracciare cerchi, utilizzate un pezzo di compensato con due fori, uno per la punta della matita, l’altro per il chiodo che segnerà il centro. Allo stesso modo, per segnare delle curve fra tre punti dati, prendete per le estremità una sottile striscia di legno nelle due mani e flettete il centro in modo che essa passi per i tre punti (fig. 209). Per gli angoli usate la squadra. Fate sempre delle prove preliminari prima di incollare i pezzi, poiché se commettete un errore è difficilissimo poi correggerlo. Usate per le commettiture una colla bianca vinilica che secchi rapidamente ma permetta di muovere ancora un momento i pezzi per adattarli bene.
Le commettiture colla-chiodi, colla-viti Se non avete mai fatto lavori di falegnameria iniziate con questo tipo di commettiture, le piú facili da fare e insieme molto solide e resistenti se fatte bene. Prima di tutto verificate l’esatto inserimento dei pezzi da unire. Controllate che
l’angolo sia esatto, quindi incollate le parti da unire e fissate con chiodi a testa piatta posti di sbieco, e non sulla stessa linea, per non fare scoppiare la vena del legno (fig. 210). L’inclinazione dei chiodi deve essere a verso alternato. Se a causa della durezza del legno le punte entrano a fatica, fate prima dei fori di diametro inferiore a quello delle punte.
La commettitura colla viti si effettua nello stesso modo; la solidità della giuntura dipende dalla lunghezza delle viti: la parte non filettata delle viti deve essere uguale allo spessore del legno.
Le commettiture colla chiodi e colla-viti possono essere rinforzate con ferri a T o a squadra (fig. 211), o ancora con graffette metalliche oppure, nel caso di pannelli di truciolare, con un nuovo prodotto per il bricolage, la vite a bussola, che assicura una commettitura molto resistente e nello stesso tempo consente di smontarla, a condizione naturalmente che non sia stata precedentemente incollata.
Incastro a metà legno
Anche questo metodo è particolarmente indicato per chi ha un’esperienza limitata. Serve soprattutto per fare intelaiature a cui fissare pannelli isolanti, per porte, commettiture di falsi puntoni ecc. Il principio è il seguente: un pezzo deve essere intagliato per uno spessore pari alla metà dell’altro a cui dovrà essere congiunto (fig. 212).
Con una squadra e un truschino fate il tracciato delimitante gli intagli sui due pezzi. Con una sega a costola tagliate i due lati dell’intaglio e date qualche colpo di sega alla parte da togliere fino al tracciato delimitante la profondità dell’intaglio stesso.
Posate quindi il pezzo sul canto mantenendovelo solidamente con un sergente, poi, con lo scalpello da legno, poco a poco, fate la prima metà dell’intaglio. Fate girare il pezzo sull’altro canto e intagliate l’altra metà. Ponete quindi il pezzo di piatto e raddrizzatene il fondo con uno scalpello piuttosto largo. Fate un intaglio corrispondente sull’altro pezzo da unire.
Incastro con tenone e mortisa
Si tratta di un metodo piú difficile e che richiede precisione e pratica per una buona riuscita. E senz’altro il metodo piú solido di giuntura per mobili e strutture che devono essere sottoposti a forti pressioni.
Lo spessore del tenone (maschio) non deve superare un terzo dello spessore del pezzo (fig. 213). Per la mortisa (femmina), segatene per prima cosa il contorno aiutandovi con un truschino, quindi fissate con un sergente il pezzo della mortisa sul tavolo da lavoro, avendo la precauzione di porre sotto il pezzo da lavorare un’asse di legno per non rovinare il piano del tavolo. Con una punta da legno fissata su una menarola o un trapano fate una serie di fori, gli uni accanto
agli altri, fino alla profondità desiderata per una mortisa cieca (che non va da parte a parte). Per una mortisa completa il legno viene intagliato da parte a parte. Regolate quindi le pareti della mortisa con lo scalpello da legno, lasciando gli spigoli leggermente arrotondati.
Per una mortisa completa la lunghezza del tenone dovrà essere leggermente piú grande della profondità della mortisa; la uguaglierete poi. Segnate i lati del tenone con una sega a costola, dopo aver tracciato con esattezza il contorno del tenone sul pezzo da congiungere. Inserite il tenone nella mortisa e fate in modo che combaci alla perfezione usando anche raspa e carta vetrata. Incollate le due parti e mantenetele strette con un sergente fino a che la colla non sia perfettamente secca.
Commettitura sul canto
Si usa per realizzare superfici piane con assi di legno massiccio.
Commettitura a colla (fig. 214)
Assicuratevi che i canti delle assi da unire siano perfettamente diritti e aderiscano gli uni agli altri senza alcuna fessura. Incollate i canti con colla vinilica e tenete ferma la commettitura con dei sergenti fino all’essiccazione completa. Questo sistema funziona solo servendosi anche di due sbarre che verranno incollate e avvitate sotto la superficie complessiva.
Commettitura con cavicchi
Risulta essere riservata ai piú esperti, poiché la messa a punto deve essere estremamente precisa. Le assi da unire devono avere il medesimo spessore e essere perfettamente piane (fig. 215).
Segnate i punti in cui andranno fatti i fori mettendo le due assi una di faccia all’altra e tenetele unite con un sergente. Ogni 10, 15, 20 cm tracciate delle linee perpendicolari che indichino la posizione dei futuri cavicchi, e su esse tracciate una linea perpendicolare (mediana) a uguale distanza dai lati interni dei canti. Quindi fate i fori con una punta da legno di diametro corrispondente a quello dei cavicchi, che saranno fissati nell’intersezione tra le linee tracciate. Il diametro della punta non deve superare un terzo dello spessore del pezzo. Levigate le estremità del cavicchio e incidete una piccola tacca in senso longitudinale, in modo che la colla eccedente possa uscire. Spalmate di colla i cavicchi e inseriteli nella prima asse, quindi ponete la seconda asse sulla rimanente metà dei cavicchi e fissate ben stretto con un sergente.
Le finiture
Terminata la giuntura dei vari pezzi del mobile, bisognerà lavorarli ancora, sia che vogliate lasciare il legno naturale, sia che vogliate dipingerlo con vernice trasparente o coprente. Prima di tutto bisogna levigare: usate carta vetrata e servitevi come supporto di un pezzo di legno o di sughero ben piatto. Lavorate sempre nel senso delle fibre del legno, tenendo il supporto della carta vetrata di piatto o di spigolo, senza comunque andare mai contro la venatura del legno stesso. Cominciate con carta a grana piuttosto grossa e finite con carta molto fine. Dopo la levigatura togliete la polvere con un pennello. Se possedete una macchina levigatrice a nastro o un’orbitale, il risultato finale sarà molto buono; invece con la levigatrice a disco si rischia di fare brutti segni nel legno.
Come applicare l’olio o la cera
Se si tratta di legno e volete conservarne l’aspetto naturale, potete passare una o due mani di olio di lino. Oppure potete dare una mano di una miscela di olio di lino e trementina pura; dopo uno o due giorni ripetete l’operazione, e cosí per tre o quattro volte. Strofinate energicamente con uno straccio di lana: la superficie diventerà lucida.
Potete anche passare sul legno uno strato di encaustico preparato da voi stessi. Sciogliete cera d’api in essenza di trementina nella proporzione di 300 grammi di cera per un litro. Sbriciolate la cera in modo che fonda piú facilmente e rimestate di quando in quando affinché il preparato sia omogeneo: occorrono da uno a due giorni perché sia pronto. Se il legno è poroso dovete passare piú strati di encaustico. Fate le applicazioni con un pennello duro, in modo che l’encaustico penetri il piú profondamente possibile, e terminate strofinando nel senso della venatura del legno. Fate essiccare e indurire per bene, quindi passate con un pennello morbido e lucidate con uno straccio pure morbido.
Verniciatura del legno
Lavorate in un locale senza polvere, senza correnti d’aria e a temperatura costante. Levigate accuratamente il legno e applicate un prodotto per chiudere i pori adeguato alla vernice che userete. Preparate il tampone con il quale darete la vernice nel seguente modo: fate una palla non troppo grande con cotone ben pressato e avvolgetela in un pezzo di tessuto sottile, lino o cotone per esempio; annodatelo e versatevi sopra la vernice (non bisogna mai immergere il tampone nella vernice). Passate il tampone imbevuto di vernice sulla superficie formando degli « 8 » fino a che la superficie sia liscia. Lasciate riposare per un giorno, quindi preparate un nuovo tampone e versatevi sopra alcool denaturato. Strizzatelo energicamente: deve essere quasi secco. Passatelo sullo strato precedente di vernice, formando sempre degli otto, fino a che il tampone sia completamente asciutto.
Pittura del legno
In commercio si trovano numerosi tipi di pittura coprente, facili da applicare. Usate di preferenza pitture ad acqua. Lavorate sempre seguendo la vena delle fibre del legno, con un pennello morbido o uno straccio non ruvido. Lavorate in fretta se la superficie da dipingere è vasta, in modo che la pittura non lasci tracce irregolari essiccandosi. Dopo l’essiccazione, togliete l’eventuale eccesso di pittura con uno straccio asciutto.
La laccatura
Per il legno nuovo passate con un pennello una mano di pittura di fondo, che verrà assorbita dal legno. Levigate con
cura, passate quindi una mano di vernice con un largo coltello adatto allo scopo. Lo strato non dev’essere troppo spesso, deve risultare liscio e uniforme. A vernice seccata, levigate, spolverate, quindi passate una prima mano di lacca diluita in un 10 o 20 per cento di solvente. Lasciate seccare per bene e applicate una seconda mano di lacca non diluita.
Come trattare il legno
Si trovano numerosi prodotti in commercio con i quali si può trattare il legno nuovo. Si vendono sotto forma di liquidi, da stendere con un pennello, o in bombolette spray.
Lavorate sempre con le finestre aperte. Per evitare muffe e funghi trattate le parti che possono venire attaccate dall’umidità con prodotti idrofughi e impedite che le estremità del legno siano a contatto diretto con la muratura spalmandole con un prodotto a base di bitume. Passate un prodotto funghicida sia all’interno che all’esterno di tutti gli oggetti di legno che possono essere esposti all’umidità.
Contro le termiti, trattate con un insetticida tutto il legno che va interrato o posto a livello del suolo. Strappate tutte le radici d’albero che si trovano vicino alla vostra abitazione.
Per costruzioni utilizzate legno ben stagionato, sano e trattato con funghicidi e insetticidi.